lunedì 4 aprile 2011

Contro le epidemie di Streptococco, facciamo uno screening?

A fianco il simpatico peluche raffigurante Mister Streptococcus Pyogenes, il quale per buona parte dell'anno scolastico allieta le mie giornate con appuntamenti pediatrici, assenze da scuola e anche dal lavoro, febbricole e complicazioni di varia natura che non sto qui ad elencare. 
Ogni tanto fuori dalla porta della scuola un bel cartello dell'Ausl che dice che nella comunità si è verificato un caso di Scarlattina, e altre amenità. 
La differenza tra questo cocco e altri ceppi batterici si chiama anche antibiotico, così, se si suppone che sia presente ma in realtà non c'è, si rischia di fare abuso di antibiotico, così come se si sottovaluta (in quanto le febbri che procura non sono sempre necessariamente altissime e gli altri sintomi sono del tutto simili a raffreddori e sindromi influenzali), ci si ritrova come inconsapevoli untori nonchè naturalmente anche le proprie condizioni di salute non migliorano. 
Un'altra caratteristica che lo rende particolarmente insidioso consiste nel fatto che non ci si immunizza nei suoi confronti e quindi averlo avuto e esserne guariti non impedisce di riammalarsene.
Per fronteggiarlo adeguatamente mi sono abituata a portare bimbi e adulti a fare un tampone faringeo rapido e/o un esame colturale completo. Per il primo, spendo 15 euro presso un laboratorio privato senza richiesta medica, che comunque non cambierebbe il prezzo della prestazione, e quindi non sto a perderci tempo. Per il secondo, altri 15 euro, ma è più accurato e mi serve per confermare il primo risultato (meno affidabile) e la cura, in quanto il test prevede l'antibiogramma, ossia un test di diversi tipi di antibiotici per vederne l'efficacia sui ceppi presenti. 
In questo modo utilizzo l'antibiotico in modo più ragionato. Ora però il punto del mio post è un'altro, visto e considerato che non si tratta solo di un mio problema. Il punto è: perchè, visti i costi al sistema sanitario, nonchè allo stesso Stato (stare a casa da lavorare significa che il Pil mica aumenta), visto il diffuso uso improprio di antibiotici, e considerato che negli asili le epidemie sono così frequenti, non si ritiene opportuno, all'inizio dell'autunno, effettuare uno screening presso tali comunità per riuscire a intercettare per tempo queste epidemie?
Attraverso lo screening si potrebbero curare insieme i portatori, in modo che l'epidemia vinta in uno non lo ricolpisca per il semplice fatto che è in classe con qualcuno che non è stato curato, inoltre la cura potrebbe avvenire per tempo e adeguatamente giustificata (da esame colturale). Dal punto di vista economico, considerato che poi la maggior parte dei bambini un tamponcino se lo deve fare, il costo sarebbe lo stesso anche facendolo pagare ai singoli, ma anche in caso che fosse sostenuto dall'Ausl tale uscita penso sarebbe ripagata dalla minore uscita sui casi più gravi e recidivanti, oltre che da un uso più saggio degli antibiotici, e dalle mancate entrate dei permessi dei genitori per curare i figli a casa malati. 
La butto lì, speriamo che qualcuno la raccolga. Considerato quanto si spende nelle campagne per prevenire i pur 'terribili' morsi della zanzara tigre magari un po' di attenzione su questo non sarebbe male.



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